India

Parlare del Rajasthan significa aprire una finestra su una delle regioni più affascinanti e simboliche dell’India. È una terra che sembra uscita da un libro di racconti antichi, dove ogni pietra, ogni gesto e ogni sguardo custodisce secoli di storia, arte e spiritualità.

Situato nel nord-ovest del Paese, al confine con il deserto del Thar e con il Pakistan, il Rajasthan è noto come la “Terra dei Re”, perché un tempo era suddiviso in tanti regni principeschi, ognuno con il proprio maharaja, il proprio forte, il proprio stile di vita. E questa eredità regale non è solo storia: è ancora oggi palpabile, visibile nei palazzi, nei rituali quotidiani, nei colori e persino nell’orgoglio della gente.

L’architettura del Rajasthan è una delle sue espressioni più spettacolari. La regione ospita alcune delle fortezze e dei palazzi più imponenti e scenografici di tutta l’India.

A Jaisalmer, la “Città d’Oro”, il paesaggio sembra fondersi con l’architettura. Il maestoso Forte di Jaisalmer, interamente costruito in arenaria gialla, si erge come un miraggio tra le dune del deserto del Thar. All’interno delle sue mura vivono ancora migliaia di persone, in un intricato labirinto di viuzze, haveli scolpite finemente, templi jainisti e mercati che odorano di incenso e spezie.

Bikaner, altra perla del deserto, è un centro ricco di storia e fascino. Il Forte Junagarh, imponente e riccamente decorato, racconta secoli di lotte e splendori dinastici. Qui si respira un’India meno turistica, ma autentica, dove il tempo sembra essersi fermato. Bikaner è anche celebre per il suo legame con i cammelli, animali sacri per la vita del deserto, e per il suggestivo tempio di Karni Mata, abitato da migliaia di topi venerati come incarnazioni divine.

A Jodhpur, la “Città Blu”, l’impressionante Forte Mehrangarh domina la città da una rupe vertiginosa. Costruito con mura spesse e bastioni colossali, custodisce al suo interno palazzi affrescati, sale reali e balconi traforati con vista mozzafiato sull’oceano di tetti azzurri sottostante.

Infine, Amritsar, pur trovandosi fuori dal Rajasthan, merita di essere parte di questo viaggio dell’anima. Situata nello stato del Punjab, è la capitale spirituale del sikhismo e ospita il magnifico Tempio d’Oro (Harmandir Sahib). Ricoperto da lamine d’oro puro, il tempio è circondato da un lago sacro e da una pace quasi irreale. Vi si accede a piedi nudi, tra pellegrini in preghiera e volontari che servono ogni giorno migliaia di pasti gratuiti nella mensa comunitaria. È un luogo che unisce bellezza, spiritualità e umanità in modo profondo.

La cultura del Rajasthan è viva, colorata e profondamente rituale. Qui le tradizioni non sono sopravvivenze folkloristiche, ma parte integrante della vita quotidiana. Le donne indossano ancora i sari sgargianti e i monili antichi; gli uomini portano turbanti, ognuno con colori e pieghe che indicano la casta, l’origine o l’occasione.

Musica e danza sono ovunque: dal Ghoomar, la danza femminile più nota, con movimenti circolari e veli fluttuanti, al Kalbeliya, ballo dei nomadi del deserto, che imita il movimento dei serpenti. Ogni esibizione è accompagnata da strumenti tradizionali come il dholak, il sarangi e il kamaicha, strumenti che si tramandano di padre in figlio.

I festival sono momenti sacri e sociali insieme. Il Pushkar Camel Fair, ad esempio, non è solo un mercato di cammelli, ma una festa dove si incrociano pellegrinaggi, competizioni, musiche e spiritualità. Il Diwali, la festa delle luci, trasforma le città in costellazioni di lampade ad olio; l’Holi, la festa dei colori, è un’esperienza mistica e gioiosa, dove caste e ruoli sociali si dissolvono in una nube di polvere colorata.

Ma ciò che rende il Rajasthan davvero indimenticabile è il suo popolo. Nonostante le difficoltà di vivere in un ambiente spesso arido e duro, gli abitanti accolgono il viaggiatore con un senso dell’ospitalità che non è solo cortesia, ma filosofia di vita.

Il principio indiano di “Atithi Devo Bhava”“L’ospite è come un dio” – qui trova piena applicazione. In ogni villaggio, anche il più remoto, si viene accolti con un sorriso, un tè speziato (chai), un gesto di benvenuto. E dietro ogni volto, spesso segnato dal sole e dalla fatica, si cela una storia, una leggenda, un canto antico.

Molti lavorano ancora con mestieri tradizionali: artigiani del cuoio, tessitori, orafi, ceramisti. Spesso, gli oggetti sono fatti a mano, con pazienza e passione. Le loro mani raccontano secoli di saperi tramandati oralmente, con un orgoglio silenzioso.

Il Rajasthan non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. Non è un viaggio facile – a volte può mettere alla prova con il caldo, la polvere, i contrasti – ma chi sa osservare, chi si lascia guidare dalla curiosità, verrà ripagato da incontri indimenticabili, da paesaggi mozzafiato e da una sensazione rara: quella di avere toccato, per un attimo, l’anima profonda dell’India.

Il Rajasthan: un viaggio nell’anima dell’India